La letteratura scientifica disponibile sull’assunzione di nutrienti per il COVID-19 si concentra principalmente sulla prevenzione. Tuttavia, l’assunzione di micro e/o macro-nutrienti può essere utile non solo per prevenire l’infezione e sostenere la risposta immunitaria durante la malattia (fase acuta) ma anche per l’eventuale sindrome del “long COVID “, che è caratterizzata dall’insorgenza di vari sintomi duraturi e invalidanti.
I disturbi più comuni associati al long COVID sono diversi, i più diffusi sembrano essere: stanchezza cronica, dolori articolari e muscolari e annebbiamento mentale, in inglese brain fog. Frequentemente, i pazienti con long COVID che riportano la sensazione di brain fog riportano di soffrire di mal di testa e di problemi di memoria e concentrazione. Nutrienti, tra cui vitamine B1, B6, B9, B12, C, D ed E oltre che gli acidi grassi omega 3 e minerali, quali ferro, zinco e selenio, svolgono un ruolo importante nella protezione contro la neuro-infiammazione e lo stress ossidativo. Pertanto, possono avere un effetto molto positivo sulle funzioni cognitive [ref. 1-9]. La patogenesi della nebbia cerebrale non è ancora pienamente compresa. Si ritiene però che possa essere indotta da un processo di neuro-infiammazione causato dal SARS-CoV-2, attraverso la attivazione di specifiche cellule del sistema immunitario, come i mastociti e le cellule microgliali, che sono cellule del sistema nervoso centrale con proprietà immunologiche. Questo meccanismo a cascata provocherebbe come esito finale l’infiammazione dell’ipotalamo [ref. 10-13]. Pertanto, è stato suggerito i flavonoidi, come la luteolina e la quercetina, inibendo l’attivazione dei mastociti potrebbero essere utile nel trattamento della nebbia cerebrale. potrebbero essere utilizzati come inibitori dei mastociti. La luteolina, in particolare, è in grado di penetrare meglio il cervello e inibisce sia microglia che mastociti.
Al di là del COVID-19, fornire indicazioni nutrizionali al momento di una dimissione di malattia non è ancora in generale considerata una routine in ambito medico. In realtà ciò è sbagliato perché è ormai chiaro come lo stato nutrizionale svolga un ruolo fondamentale nella funzione del sistema immunitario sistema, sostenendo sia l’immunità innata e adattiva, influenzando sia la proliferazione che l’attività delle cellule immunitarie.
Riferimenti bibliografici
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